Progetto LIDACIPO

Ricadute

Soggetti coinvolti nel Progetto
Il progetto LIDACIPO prevede un’aggregazione formata da due aziende del territorio amiatino, l’Azienda Agricola Roberto Ulivieri e l’Azienda Agricola Andrea Ulivieri e da un istituto di ricerca, il DEISTAF dell’Università di Firenze. Partecipa al progetto anche l’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP, come partner associato.
Tale aggregazione è stata formalizzata, dopo l’approvazione del progetto, con una ATS.

Le due aziende agricole partecipanti, quella condotta da Roberto Ulivieri e quella di Andrea Ulivieri, sono aziende castanicole, entrambi aderiscono all’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP e producono castagne certificate; hanno i castagneti nel Comune di Castel del Piano. Roberto ed Andrea Ulivieri esercitano anche attività, conto terzi, di potatori, con attestazione di tree climber.
L’UNIFI-DEISTAF si occupa dell’ecosistema bosco in tutti i suoi aspetti e dell’influenza di questo sul territorio; in particolare vengono seguiti gli aspetti della castanicoltura da frutto e quelli tecnologici della filiera legno.
L’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP opera nell’Amiata Grossetano e gestisce il marchio IGP della Castagna del Monte Amiata a cui risultano iscritti 120 castanicoltori; si occupa di tutte le problematiche inerenti il settore castanicolo, da quelle fitosanitarie a quelle economiche e commerciali.

Un nuovo modello di potatura contro gli effetti del cinipide galligeno
Da molti anni le aziende agricole che partecipano al progetto, lavorano nel settore agro-selvicolturale, con una particolare attenzione ai castagneti da frutto e alle cure colturali necessarie. Volendo sperimentare nuovi modelli produttivi e colturali sul castagno e utilizzando la potatura conto terzi anche come attività di diversificazione aziendale, è emersa la possibilità di proporre un progetto legato all’individuazione di un nuovo modello di potatura dei castagneti attaccati da cinipide galligeno.

Nei castagneti da frutto dell’Amiata le potature di produzione o di rimonda vengono effettuate ad intervalli di 3-5 anni. Tali potature vengono realizzate secondo modalità che si ripetono nel tempo, che possiamo definire tradizionali. Attualmente vengono praticate potature tradizionali e anche mediante tecnica del tree-climbing.

I castagneti italiani sono però minacciati da una nuova malattia causata da un insetto di nuova importazione: il cinipide galligeno del castagno. Mettere a punto un modello per le cure culturali da utilizzare nei momenti di massimo attacco di cinipide, diviene un obiettivo ambizioso per la valorizzazione di una risorsa povera come il castagno.
Gli obiettivi del progetto sono diversi. Il principale è quello di contrastare l’effetto del cinipide galligeno su castagneti da frutto, applicando come mezzo di lotta indiretta un nuovo modello di potature nel quadro di una innovazione nel processo produttivo della Castagna del Monte Amiata IGP.
Il modello, con approcci differenziati a seconda delle diverse caratteristiche di singole piante o singoli soprassuoli, persegue l’effetto di ridurre la percentuale di foglie, getti, infiorescenze e organi colpiti da cinipide, garantendo un livello di produzione di frutti nell’anno di applicazione paragonabile a quello di piante sane e un migliore stato vegetativo nell’anno successivo all’intervento.

Fasi del progetto
Il progetto ha 5 fasi che si articolano in 15 azioni.
Nella fase di avvio del progetto vi sono: azioni di costituzione e gestione della rete di partenariato (tramite la costituzione della ATS e azioni di coordinamento del progetto) e di azioni preliminari per quanto riguarda l’applicazione di nuovi processi produttivi (con la scelta delle aree e delle piante oggetto dell’intervento e la definizione del modello di potatura differenziato).
Nella seconda fase si procederà con l’applicazione del modello di potatura, prevedendo un’azione di addestramento dei potatori tree-climbers, che poi procederanno agli interventi di potatura ripetuti nel corso di tutto l’anno (in almeno 4 periodi). Le potature saranno realizzate in 2 castagneti posti a distanze diverse da focolai di infezione del cinipide.
La fase 3 prevede azioni finalizzate allo sviluppo e collaudo di nuovi processi produttivi, ovvero al monitoraggio dell’esito degli interventi. Su un campione rappresentativo di castagni, verranno effettuati, sia rilievi periodici condotti sulle piante per quantificare la risposta alle potature (questa azione sarà preceduta dall’addestramento di un rilevatore in grado di operare sulla pianta), sia un rilievo a fine stagione vegetativa mirato a quantificare la superficie fotosintetizzante e la fruttificazione.
Nella fase successiva si procederà con l’elaborazione dei dati raccolti durante i vari rilievi e la successiva interpretazione dei risultati allo scopo di collaudare il nuovo processo produttivo adottato e di fornire indicazioni sull’applicabilità in altre situazioni.
Il progetto sarà completato con una fase di divulgazione dei risultati acquisiti e di diffusione dell’innovazione, che prevede la redazione di un depliant tecnico che illustri le esperienze pilota condotte nei 2 castagneti, siti web aziendali divulgativi, almeno una pubblicazione su rivista tecnico scientifica diffusa a livello nazionale e infine l’organizzazione e la realizzazione di una giornata di studio, con visita in campo nelle aree in cui si è svolto il progetto, in collaborazione con l’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP.

Il progetto LIDACIPO vuole dimostrare che modelli di potatura nuovi possono continuare a rendere economicamente conveniente la castanicoltura anche in periodi critici (sotto attacco di cinipide). Attraverso il numero di alcuni operatori coinvolti, al termine del progetto, come utenti effettivi o potenziali, si avrà il quadro economico e di sostenibilità. Il progetto avrà in ogni caso il risultato di fornire una modellizzazione di potature, disponibile e replicabile, che metterà in grado i castanicoltori di effettuare le loro scelte in modo razionale anche nei momenti più difficili.

Ricadute economiche del progetto

Il risultato principale è quello di mantenere nei castagneti da frutto oggetti dell’intervento, livelli sostenibili di produzione di castagne e un buono stato fitosanitario, nonostante l’attacco del cinipide; si tratta nel primo caso di una sostenibilità economica e sociale e nel secondo caso di una sostenibilità ecologica. In questo modo, in attesa che i metodi di lotta biologica diretta manifestino i loro effetti, si eviterà una futura ulteriore degradazione della situazione castanicola.
Il proseguimento di una attiva e produttiva castanicoltura consentirà il permanere del presidio umano con ricadute economiche e sociali grazie ad un prodotto, la Castagna del Monte Amiata, di valore riconosciuto a li vello Comunitario con il marchio IGP.

Di grande rilevanza sono pure le conseguenze da un punto di vista paesaggistico e turistico, dato che il castagneto da frutto attivamente coltivato è il soprassuolo forestale più apprezzato dal punto di vista ricreativo.
Il permanere di un’attiva castanicoltura comporta anche una cura del territorio e la sua salvaguardia dal punto di vista idrogeologico. Le ricadute economiche sono facilmente ipotizzabili per i produttori (castanicoltori) che avranno risposte immediate ad una problematica (attacco da cinipide) grave ed immediata.

In pratica per la prima volta si cerca organizzare dei modelli di potature dei castagneti con delle modalità innovative che consentiranno di superare il momento dell’emergenza fitopatologica. Tale modelli possono essere considerati come un esperienza pilota in quanto attualmente non esistono esperienze né in Italia né all’estero dell’applicazione di pratiche colturali che mirino ad attenuare e rendere sostenibili i danni da cinipide. Va rilevato che i castagneti sono condotti generalmente da imprenditori non professionali che nella vita si occupano di altro. Avere dei modelli di potatura alternativi, che prevedano interventi scalari nel tempo, rendono questa operazione maggiormente flessibile e, con risvolti economici positivi sia per i proprietari che per gli altri operatori del settore.

Ricadute ambientali del progetto

Il progetto si propone di aiutare i castanicoltori nel momento più complesso della diffusione della fitopatia provocata da cinipide e nell’attesa che la lotta biologica avviata produca i positivi risultati attesi. In forma indiretta il progetto aiuta nella gestione del castagneto in un momento di crisi, rendendo più agili e veloci le operazioni colturali della potatura. Quanto espresso sopra porta riflessi positivi che riducono il rischio di abbandono dei castagneti con un generale degrado della filiera produttiva e del presidio umano nei territori a castagno.

Le ricadute ambientali deriveranno dal mantenimento del biosistema castagneto da frutto con il rispetto della sua multifunzionalità. Le piante poste in aree colpite dal cinipide, grazie alle nuove modalità di potatura, potranno mantenere una maggior superficie fotosintetizzante (maggior numero di foglie) rispetto alle piante deperienti a causa degli attacchi di cinipide. Queste saranno in grado di migliorare l’ambiente fissando una maggior quantità di CO2 e renderanno il paesaggio più apprezzabile.
La possibilità di contrastare il cinipide attraverso l’adozione di pratiche colturali contribuirà a scoraggiare il ricorso a trattamenti fitosanitari con sostanze nocive per l’ambiente come invece purtroppo è avvenuto in altre regioni italiane; i trattamenti chimici inoltre hanno dimostrato la loro inefficacia. Fra gli indicatori si potranno utilizzare i risultati dei rilievi di area fogliare condotti su piante potate e non.

Ricadute territoriali del progetto

Il progetto si propone di individuare delle soluzioni colturali pratiche per rispondere in modo adeguato alla situazione che molto probabilmente si creerà nei prossimi anni in seguito all’infestazione del cinipide anche nelle aree castanicole del GAL FAR Maremma. L’attenuazione dell’impatto negativo del cinipide sulla filiera castanicola, lo si può ottenere con un modello di potatura, appositamente sperimentato. In particolare si deve cercare di scongiurare la perdita totale del prodotto castagna, con conseguenze negative in termini di reddito, che nel giro di alcuni anni potrebbe portare a conseguenze nefaste, come l’abbandono dei castagneti.

Le ricadute territoriali di questo progetto sono quindi di elevato rilievo, in quanto l’obiettivo del progetto è quello di scongiurare l’abbandono dei castagneti (come è avvenuto in alcune aree in altre regioni attaccate dal cinipide) e del territorio, in generale, da parte dei castanicoltori. Quest’abbandono comporta, come già è stato manifestato in altre realtà toscane, un’aggravarsi della fragilità idrogeologica dei territori collinari e montani con conseguenze disastrose.
Fra gli indicatori per la valutazione, si possono citare: il numero di aziende che in seguito alla sperimentazione si dichiarerà disposta ad adottare il modello di potatura sperimentato e la superficie castanicola che potrà essere sottoposta a potatura con il nuovo modello.

C&P Adver Web Creactivity
Progetto LIDACIPO · Limitare i danni da cinipide con potature
Comunità Europea - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale LEADER Repubblica Italiana Regione Toscana Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013